Informazioni storiche:

Orelie-Antoine I Re di Araucania e di Patagonia

di Huichacurha Marhikewun – Febbraio 1988

Nel 1858 un cittadino francese arrivò in Cile, attirato dall’eroica resistenza del popolo Mapuche a difesa della propria sovranità e del proprio diritto di auto determinazione (resistenza già ben nota in Europa). Viaggiò nel territorio Mapuche (allora indipendente) e rimase affascinato dalla storia, l’ospitalità e la natura gentile delle sue genti. S’integrò facilmente nella loro società, apprendendo il Mapudungun (la lingua Mapuche), indossando il poncho e gli altri abiti Mapuche e lasciò persino crescere i suoi capelli secondo lo stile Mapuche. Fu accolto nelle case dei toquis (la massima autorità mapuche) e dei loncos (i capi locali). Guadagnò così la fiducia, il rispetto e l’affetto delle più alte autorità della nostra popolazione. Essendo un avvocato esperto della diplomazia occidentale, egli consigliò ai due toquis più importanti del tempo, Quilapan e Calfucura tra gli altri, il metodo più efficace per negoziare con le autorità cilene e argentine, che all’epoca complottavano per la totale occupazione del territorio Mapuche.

Il suo nome era Antoine de Tounens. Dimostrando lealtà non solo a parole ma in pratica, era un importante, fedele e vero alleato della nazione Mapuche. Di comune accordo con le nostre autorità, i toquis e i loncos, furono poste le basi per la nascita del regno, che culminò il 17 novembre 1860, con l’approvazione della costituzione che diede origine al Regno di Araucania e Patagonia. Parte del documento afferma: “ Considerando che Araucania è indipendente da qualsiasi altro stato, che si trova diviso in tribù e che si necessita un governo centrale… noi decretiamo che: Articolo 1: in Araucania è stata fondata una monarchia costituzionale e dinastica. Il principe Orelie-Antoine de Tounens è nominato re”.

La costituzione contempla inoltre la formazione di un consiglio del regno, di ministeri, di un corpo legislativo nominato a suffragio universale, di un consiglio di stato responsabile dell’amministrazione delle tasse ecc. Ancora, garantisce il rispetto dei diritti umani e civili, la libertà e l’uguaglianza degli individui davanti alla legge. Il toqui Quilapan fu nominato ministro della guerra, Montril ministro degli esteri, Quilahueque ministro degli interni, Calfucura ministro della giustizia e Marihual ministro dell’agricoltura.

I loncos Lemunao, Huenchuman, Magñil, Huentecol tra gli altri, parteciparono anch’essi attivamente alla creazione del regno. Mentre i cileni e i creoli argentini acconsentivano alla preparazione dell’esercito per appropriarsi con la forza di Araucania, Orelie-Antoine si preparava per difendere quei territori. Combatté insieme ai mapuche e gli difese apertamente in pubblico. Dichiarò, a ragione, che, l’indipendenza del Cile e dell’Argentina non metteva in discussione la sovranità di Araucania e della Patagonia, giacché questi ultimi erano territori indipendenti già in precedenza e ancora lo erano. Egli denunciò presso i cileni e presso l’opinione internazionale il codardo genocidio che Argentina e Cile stavano pianificando a danno dell’indifeso popolo mapuche.

Le autorità e i media cileni lo descrissero come un “lunatico”, un “ strampalato visionario” e “un avventuriero”. Gli storici, gli antropologi e i sociologi furono d’accordo con ciò, e tutt’oggi continuano con la stessa storia, nel vano tentativo di screditare il reale significato storico di quell’evento. Possiamo onestamente aspettarci qualcosa di diverso? A mio parere è scioccamente ingenuo pensare che gli huincas insultassero e perseguitassero gratuitamente un “lunatic”, specialmente tenendo conto del fatto che la campagna contro di lui era indetta dalle più alte autorità di entrambi i governi. Mi sembra di dubbia natura che il colonnello Cornelio Saavedra (il “Roca” cileno) offrisse una ricompensa sulla sua testa di tasca propria.

La visione positiva che Orelie-Antoine aveva della nazione mapuche, della loro cultura e società, scosse gli stereotipi creati dagli oppressori, stereotipi che erano necessari per giustificare il genocidio progettato in seguito contro la nostra gente, che avrebbe loro giovato. Era necessario sbarazzarsi dell’“intruso”, dopotutto non poteva essere “normale” (si convinsero), un “bianco” che difende i diritti dei “selvaggi”, dei “barbari”.
Nella chiusa mentalità creola, questo costituiva un’assoluta “anomalia”, “un’aberrazione”, una “follia”.

Ciò che segue è l’estratto di una pubblicazione che sostiene una campagna anonima e razzista e promuove la veloce occupazione del territorio mapuche, il che ci mostra la natura isterica della stampa cilena del tempo, simile a quella di Buenos Aires. Il 24 maggio 1859, il quotidiano El Mercurio di Valpariso scrive: ”L’Aracaunia di oggi è così limitata, scaltra, violenta e codarda, e allo stesso tempo ingrata e vendicativa, proprio come i suoi antenati del tempo di Ercilla, i quali vivevano mangiando, bevendo e alcol fino all’eccesso, loro non hanno copiato o inventato niente da allora, ad eccezione dall’adozione […] del cavallo, che ha in modo singolare favorito e accresciuto la loro natura selvaggia”.

Re Orelie-Antoine, protetto dai Mapuche, scampò ad alcuni attentati, e alla fine, nel gennaio 1862, fu fatto prigioniero da Cornelio Saavedra. Il “processo” fu ridotto a misero spettacolo pubblicitario, nel quale fu offeso e insultato. Il “caso” fu condotto dalla “civile” società creola come il “grande scherzo dell’anno”. Durante l’interrogatorio di Orelie-Antoine, egli stracciò i giudici e gli psichiatri portati in tribunale per simulare l’esame del suo stato mentale, così da rafforzare la propaganda (difficilmente una caratteristica di un pazzo). Imprigionato e ovviamente espulso dal Cile, gli fu proibito di entrare sia in Cile che in Argentina. Nonostante ciò, fu in grado di ritornare per ben tre volte, l’ultima nel 1876.

Re Orelie-Antoine I, mantenne la sua carica fino alla morte avvenuta nel suo luogo di nascita a Perigord il 17 settembre 1878. Il suo regno fu riconosciuto da numerosi governi e monarchie nel mondo. La sua morte ha significato una grande perdita per la nostra nazione. Re Orelie-Antoine è stato senza dubbio un alleato importante e un vero amico del popolo mapuche in un momento cruciale della nostra esistenza come nazione indipendente, alla vigilia del più vile e disumano genocidio mai conosciuto nella storia del continente americano, compiuto contro la nostra nazione in nome della “civilizzazione” e del “progresso”. La memoria di re Orelie-Antoine deve occupare un posto importante tra le pagine della nostra storia ancora non scritta. Alla sua morte, il successore in esilio al trono del regno fu sua maestà re Achille I. Oggi, a poco più di un secolo dalla sua morte, il principe Philippe di Araucania mantiene viva la tradizione dei suoi predecessori. Con profondo rispetto, affetto e ammirazione per la capacità di sopravvivenza della nazione mapuche, e per quanto può, si è unito a noi nella causa comune per un futuro di giustizia e di libertà per il nostro popolo.

Un tribunale di Parigi ha riconosciuto il principe Philippe I, attraverso la sentenza del 4 giugno 1971, come legittimo successore in esilio, con il titolo di Sua Altezza Reale, del Regno di Araucania e Patagonia.

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Fonte: Aukiñ No 14
January - June 1988
Bollettino della Commissione esterna Mapuche

Tradotto da Annalisa Dassisti
Mapuche International Link

 

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